martedì 23 giugno 2015

Antonio Mastrapasqua: le principali novità economiche della zona Euro

La situazione economica dei principali Paesi della zona Euro, nel corso del primo trimestre del 2015 ha fatto segnare alcuni significativi cambiamenti, complice anche la diminuzione dei prezzi del petrolio e un valore dell'Euro più debole che in precedenza, fattori che hanno contribuito sia positivamente che negativamente sull'andamento dei diversi Stati Membri.

La Francia ha fatto registrare il maggior tasso di crescita degli ultimi due anni, con un livello di crescita dello 0,6% che ha superato tutte le previsioni del mercato e degli analisti che pronosticavano un'espansione dello 0,4%. Secondo il Governo francese nel corso dell'anno sarà possibile una crescita economica pari almeno all'1%, nettamente superiore allo 0,2% registrato nel 2014, anche se i livelli di disoccupazione continuano a rimanere molto alti. Questa crescita è stata favorita dall'aumento degli investimenti delle imprese, i quali hanno ripreso i valori raggiunti solo nel secondo trimestre del 2008, ma ha comunque subito un freno dalla continua crisi del mattone e del settore immobiliare in continua discesa da oltre sette mesi e che già da diversi anni rappresenta in Francia uno dei principali ostacoli per la crescita. Negativi invece i dati della maggiore economia europea, quella tedesca, che ha ridotto la propria espansione allo 0,3%, in netto calo rispetto allo 0,7% dell'ultimo trimestre del 2014. Anche dalla Spagna arrivano segnali molto positivi: il Paese infatti, dopo una lunga fase di recessione tra le più pesanti in Europa, ha dato buoni segnali di ripresa con una crescita economica dello 0,9%, ritornando ai valori fatti registrare solamente nel 2009. Nel complesso però, l'intera zona Euro sembra aver beneficiato della diminuzione dei costi energetici, alimentari, dell'Euro debole e del Qe rilasciato dalla Banca Centrale Europea e il Pil totale riferito al primo trimestre del 2015 è aumentato dello 0,4%, 1% considerato su base annuale, pur rimanendo leggermente al di sotto delle stime dello 0,5% trimestrale e 1,1% annuo.


lunedì 1 giugno 2015

Antonio Mastrapasqua: la sentenza della Consulta in merito al rimborso delle pensioni

Il 6 Maggio 2015 la Consulta ha emesso una sentenza, già introdotta in Gazzetta Ufficiale, relativa ai rimborsi delle pensioni in seguito al blocco delle indicizzazioni attuato nel 2012 con il Decreto Salva Italia promosso dal Premier Monti e dal Ministro del Lavoro Fornero. La sentenza permetterà una rivalutazione per tutti quegli assegni pensionistici con un valore di tre volte superiore al minimo, 1443 Euro lordi, e che coinvolgeranno circa 6 milioni di persone secondo quanto emerso dai dati rilasciati dall'Istat riferiti al 2013.
Secondo i calcoli effettuati dall'Unione Italiana del Lavoro - UIL, per le pensioni comprese tra i 1.500 e i 2.500 Euro si dovrebbe ottenere un aumento mensile compreso tra gli 85 e i 135 Euro, anche se per conoscere gli importi effettivi sarà necessario attendere che siano adeguatamente stabiliti i criteri tenendo conto di diversi fattori, come ad esempio l'aumento dell'inflazione. Al momento è stato valutato che ad esempio, su una pensione da 1500 Euro sarà possibile ottenere un rimborso pari a circa 2.540 Euro, anche se è probabile l'introduzione di fasce di adeguamento e una notevole riduzione per pensioni al di sopra dei 3.000 Euro. Attualmente le pensioni sono aggiornate con un decalage del 100% delle pensioni al di sotto dei 1.500 Euro sino ad arrivare al 45% per quelle al di sopra dei 3.000 Euro. La Corte Costituzionale ha inoltre chiarito che non sarà necessario presentare alcun tipo di richiesta per ottenere i rimborsi, ma saranno erogati in automatico dall'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale a tutti gli aventi diritto una volta che il Governo avrà deciso come procedere, le quote esatte ed i tempi di erogazione.